La Val Vibrata custodisce orridi misteriosi e borghi unici: ecco l’itinerario da non perdere

Un sentiero scende stretto tra pareti rocciose, il rumore dell’acqua si fa più acuto e subito si capisce che non si è davanti a un parco urbano: si entra in una gola. Non bisogna attraversare l’Atlantico per trovare canyon che rubano lo sguardo, basta dirigersi verso l’entroterra abruzzese per incontrare forre che conservano tracce antiche e percorsi adatti a chi cerca un’escursione concreta. Qui, nella Val Vibrata, si può mettere insieme natura, archeologia e paesaggi che spiegano perché molti scelgono itinerari di prossimità.

Un percorso tra gole e testimonianze

Le Gole del Salinello sono il punto di riferimento dell’itinerario: un canyon scavato dal fiume Salinello che alterna tratti stretti a pareti verticali. I sentieri costeggiano la forra e permettono di raggiungere punti d’interesse come l’eremo di Santa Maria Scalena e alcune cavità naturali utilizzate in epoche remote, dove gli abitanti hanno lasciato segni dell’età del bronzo e del neolitico. Chi visita lo racconta come un mix di geologia e storia, con passaggi che richiedono attenzione e buone calzature.

Quando le pareti si avvicinano si misurano quote importanti: in alcuni tratti la roccia supera i 100-150 metri e il salto d’acqua più noto cade per circa 35 metri, formando una piscina naturale dalle acque limpide. La temperatura dell’acqua è spesso bassa (intorno ai 16° nei punti più profondi), un dettaglio che molti sottovalutano ma che condiziona la permanenza in prossimità delle cascate. I percorsi si articolano su più livelli: tratti panoramici, passaggi rocciosi e punti in cui fermarsi per osservare le stratificazioni della roccia.

Il paesaggio si collega ad altri grandi orridi italiani: dalla gola di Gorropu in Sardegna alle Lame Rosse dei Monti Sibillini, fino alle colate laviche delle gole dell’Alcantara in Sicilia. Un fenomeno che in molti notano è la varietà delle forme e dei colori, che cambia al mutare della luce e della stagione, trasformando lo stesso canyon in esperienze diverse nel corso dell’anno.

Dal canyon al borgo: fortezze, voci e panorami

Lasciata la forra, l’itinerario porta verso gli insediamenti storici che dominano la Val Vibrata. A pochi chilometri si staglia la Fortezza di Civitella del Tronto, una struttura militare dalla pianta estesa che racconta secoli di frontiere e strategie. La sua posizione, alta sul crinale, offre affacci sul Gran Sasso ma anche verso la costa adriatica: un contrasto che spiega perché il sito è stato scelto per controllare la vallata.

Scendendo in paese, Civitella del Tronto mostra vicoli stretti, case in travertino e balconi fioriti che mantengono un’impronta tradizionale. Le chiese e gli affacci panoramici costituiscono tappe concrete per chi progetta una visita che unisca natura e storia. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è l’intreccio tra paesaggio e attività quotidiane: gli antichi percorsi di collegamento oggi servono anche per piccoli eventi locali e passeggiate domenicali.

I ristoranti del territorio offrono piatti legati alla produzione locale, un elemento pratico per pianificare i tempi dell’escursione senza cercare alternative in grandi centri. Per questo è utile programmare il percorso considerando il livello di difficoltà dei sentieri e i punti di accesso alla gola: alcuni tratti richiedono esperienza, altri sono adatti a famiglie. Alla sera, quando la luce cala, il crinale e il rumore dell’acqua rimangono un riferimento concreto per chi ha scelto questo itinerario come modo per riscoprire paesaggi e borghi nell’Appennino adriatico.